lunedì 30 luglio 2012

Norvegian Wood. Tokyo Blues -  Haruki Murakami



Il testo di Murakami narra la storia di Toru, uno studente giapponese che trascorre i suoi anni universitari vivendo  occasioni uniche e vicissitudini irripetibili. Egli incontra personaggi di ogni genere: soggetti mediocri, malati, frustrati, ma anche fragili, soli ed emarginati ed a ciascuno regala il suo tempo. Toru è un bel personaggio, altruista, ingenuo, che si fa coinvolgere nelle situazioni più disparate ed ascolta in modo critico e riflessivo ogni frase dei suoi diversi interlocutori. Il suo silenzio è attento e vigile, non usa filtri per giudicare, le sue parole sempre sincere e vere. Toru si fa amare fin dalle prime pagine perché con la sua sensibilità e il suo tocco di riflessività, riesce a sopravvivere nell'incertezza del quotidiano.
Maturità e adolescenza, illusioni e concretezza, vita e morte, razionalità e pazzia, realtà ed evanescenza sono tutti valori che si scontrano nel testo. L'autore è riuscito, grazie al suo linguaggio discorsivo e fresco, a catapultarmi in un piccolo squarcio di mondo da qualche parte del Giappone postmoderno.

Toru perde il suo migliore amico che si suicida inspiegabilmente, viene allontanato da Naoko che rappresenta il suo legame affettivo più profondo, vive la sua conflittualità con Midori che lo accompagna nei momenti di reale lucidità, si lascia trasportare dalla musica di Reiko che lo cattura e lo solleva. 
Toru non studia mai, tira su uno stipendio lavorando part time come cameriere senza lamentarsi. Preferisce vivere, passeggiare, pranzare con amici, riflettere, trasformarsi lentamente in uomo maturo senza incappare dentro rivoluzioni emotive.
Toru cammina verso la vita: il suo incedere è sempre surreale e sognante. Quando fa la sua scelta tra Naoko e Midori il suo animo si lacera in mille contrapposizioni interiori che esaltano la sublime possenza della razionalità sulle emozioni. Toru si arrende agli eventi o sceglie la sua direzione ? 
Mi sono chiesta anch'io infatti: la vita è un susseguirsi di necessità o un percorso da tracciare giorno dopo giorno? Le occasioni capitano o si cercano? quanto conta la nostra volontà di fronte alla vita e alla morte che scorrono inesorabilmente davanti i nostri occhi?